Manifestazione del Comintern
Liskow affermò subito di essere comunista
e fu affidato al capo del Comintern Georgi Dimitrov. Tra i dirigenti del
Comintern che si occuparono di lui ci furono Dmitrij Manuilskij, Walter
Ulbricht ed Ercole Ercoli, uno degli pseudonimi usati da Palmiro Togliatti, il
segretario del Partito Comunista Italiano.
Dimitrov, Ulbricht, Togliatti
La propaganda sovietica nei confronti
delle truppe tedesche, per invitarle alla diserzione, fu del tutto inefficace,
sia nelle prime fasi dell'Operazione Barbarossa che per il resto della guerra,
secondo alcuni storici perché troppo condizionata dall'ideologia.
Nell'archivio Dimitrov c'è un memorandum
di 14 pagine su Liskow redatto nel 1941 in cui esprime le sue perplessità
sul personaggio e parla di eventuali contromisure da prendere per evitare che
faccia danni.
Liskow non convinceva Dimitrov. Secondo
alcune fonti si mise in conflitto con i capi del Comintern, li accusò di
tradimento, ma venne a sua volta accusato di tradimento e giustiziato il
15 gennaio 1942. Tuttavia altre fonti parlano di Novosibirsk come ultimo
posto deve ci sono tracce di Liskow nel 1944, e altre parlano della sua morte
in Prussia nel 1944. Le fonti sono frammentarie, spesso dei semplici interventi
su blog russi.
Un contributo decisivo è quello dei
documenti resi pubblici dal giornalista russo Igor Petrov, relativi alle
denunce nei confronti di Liskow e al suo passaggio nella Repubblica sovietica
caucasica di Bashiria.
***
La storia di Liskow non si può
comprendere senza fare un passo indietro.
Il 27 febbraio 1933 un incendio doloso
devastò il Palazzo del Reichstag, la sede del Parlamento tedesco, a Berlino. La
polizia arrestò Marinus Van der Lubbe, un comunista olandese mentalmente
squilibrato.
Göring dichiarò immediatamente che
l'incendio era stato appiccato dai comunisti e fece arrestare i capi del
partito. Inoltre vennero arrestati i comunisti bulgari Georgi Dimitrov, Blagoj
Tanev e Vasil Popov.
I nazisti approfittarono dell'occasione
per dichiarare lo stato di emergenza, il Presidente Paul von Hindenburg a firmò
il Decreto dell'incendio del Reichstag, che aboliva la maggior parte dei
diritti civili.
L'incendio del Reichstag
Nel processo, che si tenne a Lipsia, Van
der Lubbe venne condannato alla pena di morte, ma i giudici dovettero assolvere
i bulgari. In una coraggiosa autodifesa Dimitrov affermò che i comunisti
erano estranei all'incendio e che i veri colpevoli erano Hitler, Goering e
Goebbels.
Nel frattempo alcuni aviatori tedeschi
che si trovavano in Russia furono arrestati: in cambio del loro rilascio le
autorità sovietiche ottennero la liberazione di Dimitrov, Tanev e Popov
che poterono riparare in Unione Sovietica.
Van der Lubbe fu solo una pedina nelle
mani dei nazisti, i veri organizzatori dell'incendio. Migliaia di dirigenti e
militanti comunisti furono arrestati e il partito subì una pesante sconfitta
alle elezioni, che Hitler vinse col 44% dei voti.
Ernst Thälmann
Tra i dirigenti comunisti arrestati il
più importante era Ernst Thälmann, che venne portato nel campo di
concentramento di Sonnenburg e trascorre i successivi undici anni in varie
prigioni. Venne ucciso dalle SS nel 1944 a Buchenwald con un colpo
di pistola alla nuca.
***
Parlare di un conflitto tra Liskow e i
capi politici del Comintern è una esagerazione.
Lo storico Eric Hobsbawm nel suo saggio
“Il Secolo Breve” descrive i rivoluzionari di professione comunisti come simili
ai cavalieri templari, i monaci guerrieri che costituivano l'ossatura degli
eserciti crociati: i rivoluzionari di professione costituivano l'ossatura del
movimento comunista. In confronto ai capi del Comintern, che potremmo
considerare seguendo il paragone di Hobsbawm gran Maestri dell'Ordine
Templare, Liskow non era neppure uno scudiero, non avrebbe mai
potuto rappresentare una minaccia politica.
Eppure c'è un fondo di verità e lo
testimoniano dei documenti rinvenuti dal giornalista russo Igor Petrov, che ha
pubblicato documenti con le denuncie a Liskow fatte da suoi compagni di stanza
nel dormitorio del Comintern.
Liskow sospettava di essere spiato e
paradossalmente ce ne da testimonianza il rapporto al NKDV di uno dei suoi
compagni ( non c’è il nome dell’autore ). Ecco qualche stralcio:
“Ha accusato tutti noi che viviamo
in questa casa, dice che giochiamo un ruolo nel fornire alcune prove
contro di lui. In particolare, ha accusato il compagno Kassim”. ( Kassim Hassan Ahmed Al Shek
responsabile del Comintern per il medio Oriente )
“Dice che i comunisti lavorano per i
crucchi e che la leadership del Comintern è una guida traditrice”
“Liskow chiedeva se ci sono molti
trotskisti nell'Armata Rossa. Ho risposto, "Certo che no, nemmeno
uno."
“Liskow sostiene che il socialismo può
essere installato solo con l'aiuto dell'esercito tedesco nei paesi civili, e
presto in tutto il mondo”
“Liskow dice che dopo la liberazione di
Dimitrov molti comunisti tedeschi, compagni noti solo al Comintern, vennero
arrestati, e ha suggerito che si trattò di un tradimento da parte del
Comintern.”
“ Liskow si chiedeva perché Hitler avesse
a liberato Dimitrov invece di Ernst Thälmann.”
“Liskow sostiene che Dimitrov non è un
compagno, e che il vero Dimitrov è stato ucciso dai nazisti in carcere
dopo il processo per l'incendio del Reichstag. Nella sua ipotesi sostiene
che il falso Dimitrov è il fratello del compagno defunto. Questo fratello
avrebbe aderito al nazismo, ed è stato mandato in Unione Sovietica come
un agente provocatore.“
“Liskow mi mostrò
un libro sul compagno Dimitrov, con alcune sue foto. Due o tre di
queste immagini, anche se simili tra loro, sembravano presentare delle
differenze nel naso e nelle orecchie. Liskow mi mostra queste immagini e
le differenze in loro, evidenziando come esistano delle differenze tra quelle
scattate prima e dopo l’incendio del Reichstag. Io ho detto che non
sapevo, non potevo dire nulla di preciso su di esse. Liskow ha anche
mostrato le immagini al compagno Zöger e ha chiesto la sua
opinione: Zöger ha detto che solo un esperto di fotografia sarebbe in grado di
stabilire la verità in questa materia.”
Stalin e
Dimitrov
È ovviamente una
tesi romanzesca e delirante: Dimitrov era troppo conosciuto per essere
sostituito da qualcuno che solo gli somigliava e dopo la guerra divenne uno dei
più importanti dirigenti bulgari, anche primo ministro. Troppo per qualsiasi
sosia.
Liskow evidentemente
sviluppò, almeno per un breve periodo, un disturbo delirante psichiatrico.
Nell’inchiesta della
NTV è stato intervistato lo storico polacco Jerome
Krochinsky che ha riferito la testimonianza di un ex amico di Liskow, Paul
Schroeder: “Anche prima della guerra, ci ha chiamato per le barricate e
continuava a dire che lo dovevamo considerare un leader ".
Il delirio di Liskow
sembra misto: di grandezza, persecutorio, con forte interpretatività. Più che
un delirio schizofrenico sembra uno stato di eccitazione maniacale con
slittamento psicotico (per esprimersi in gergo psichiatrico) e questo può
regredire spontaneamente alternandosi con fasi di assenza di malattia.
Ma anche Dimitrow
sospettava di Liskow, infatti invitò il NKDV, i servizi
segreti russi, a indagare, sospettandolo di essere un agente provocatore.
Ma Liskow era
innocente: lo provano i documenti del processo ai suoi familiari in Germania
ritrovati dalla televisione ucraina NTV e la completa assenza di riferimenti a
Liskow nei documenti dei servizi segreti nazisti, caduti nelle mani dei russi
alla fine della guerra.
Cefalù, Marzo 2017
Marco Bonafede
proprietà letteraria riservata
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