3 - Liskow e il Comintern




Manifestazione del Comintern



Liskow affermò subito di essere comunista e fu affidato al capo del Comintern Georgi Dimitrov. Tra i dirigenti  del Comintern che si occuparono di lui ci furono Dmitrij Manuilskij, Walter Ulbricht ed Ercole Ercoli, uno degli pseudonimi usati da Palmiro Togliatti, il segretario del Partito Comunista Italiano.

Dimitrov,  Ulbricht, Togliatti



La propaganda sovietica nei confronti delle truppe tedesche, per invitarle alla diserzione, fu del tutto inefficace, sia nelle prime fasi dell'Operazione Barbarossa che per il resto della guerra, secondo alcuni storici perché troppo condizionata dall'ideologia.
Nell'archivio Dimitrov c'è un memorandum di 14 pagine su Liskow redatto nel 1941 in cui esprime le sue perplessità sul personaggio e parla di eventuali contromisure da prendere per evitare che faccia danni.
Liskow non convinceva Dimitrov. Secondo alcune fonti si mise in conflitto con i capi del Comintern, li accusò di tradimento,  ma venne a sua volta accusato di tradimento e giustiziato il 15 gennaio 1942.  Tuttavia altre fonti parlano di Novosibirsk come ultimo posto deve ci sono tracce di Liskow nel 1944, e altre parlano della sua morte in Prussia nel 1944. Le fonti sono frammentarie, spesso dei semplici interventi su blog russi.
Un contributo decisivo è quello dei  documenti resi pubblici dal giornalista russo Igor Petrov, relativi  alle denunce nei confronti di Liskow e al suo passaggio nella Repubblica sovietica caucasica di Bashiria.
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La storia di Liskow non si può comprendere senza fare un passo indietro.
Il 27 febbraio 1933 un incendio doloso devastò il Palazzo del Reichstag, la sede del Parlamento tedesco, a Berlino. La polizia arrestò Marinus Van der Lubbe, un comunista olandese mentalmente squilibrato.
Göring dichiarò immediatamente che l'incendio era stato appiccato dai comunisti e fece arrestare i capi del partito. Inoltre vennero arrestati i comunisti bulgari Georgi Dimitrov, Blagoj Tanev e Vasil Popov.
I nazisti approfittarono dell'occasione per dichiarare lo stato di emergenza, il Presidente Paul von Hindenburg a firmò il Decreto dell'incendio del Reichstag, che aboliva la maggior parte dei diritti civili.


  L'incendio del Reichstag



Nel processo, che si tenne a Lipsia, Van der Lubbe venne condannato alla pena di morte, ma i giudici dovettero assolvere i bulgari. In una coraggiosa autodifesa Dimitrov affermò che i comunisti erano estranei all'incendio e che i veri colpevoli erano Hitler, Goering e Goebbels.
Nel frattempo alcuni aviatori tedeschi che si trovavano in Russia furono arrestati: in cambio del loro rilascio le autorità sovietiche ottennero la liberazione di Dimitrov, Tanev e Popov  che poterono riparare  in Unione Sovietica.
Van der Lubbe fu solo una pedina nelle mani dei nazisti, i veri organizzatori dell'incendio. Migliaia di dirigenti e militanti comunisti furono arrestati e il partito subì una pesante sconfitta alle elezioni, che Hitler vinse col 44% dei voti.

                                                                          Ernst Thälmann



Tra i dirigenti comunisti arrestati il più importante era Ernst Thälmann, che venne portato nel campo di concentramento di Sonnenburg e trascorre i successivi undici anni in varie prigioni. Venne ucciso dalle SS  nel 1944 a  Buchenwald con un colpo di pistola alla nuca. 

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Parlare di un conflitto tra Liskow e i capi politici del Comintern è una esagerazione.
Lo storico Eric Hobsbawm nel suo saggio “Il Secolo Breve” descrive i rivoluzionari di professione comunisti come simili ai cavalieri templari, i monaci guerrieri che costituivano l'ossatura degli eserciti crociati: i rivoluzionari di professione costituivano l'ossatura del movimento comunista. In confronto ai capi del Comintern, che potremmo considerare seguendo il paragone di Hobsbawm  gran Maestri dell'Ordine Templare,  Liskow  non era neppure uno scudiero, non avrebbe mai potuto rappresentare una minaccia politica.
Eppure c'è un fondo di verità e lo testimoniano dei documenti rinvenuti dal giornalista russo Igor Petrov, che ha pubblicato documenti con le denuncie a Liskow fatte da suoi compagni di stanza nel dormitorio del Comintern.
Liskow sospettava di essere spiato e paradossalmente ce ne da testimonianza il rapporto al NKDV di uno dei suoi compagni ( non c’è il nome dell’autore ). Ecco qualche stralcio:
 “Ha accusato tutti noi che viviamo in questa casa, dice che  giochiamo un ruolo nel fornire alcune prove contro di lui. In particolare, ha accusato il compagno Kassim”. ( Kassim Hassan Ahmed Al Shek responsabile del Comintern per il medio Oriente )
“Dice che i comunisti lavorano per i crucchi e che la leadership del Comintern è  una guida traditrice”
“Liskow chiedeva se ci sono molti trotskisti nell'Armata Rossa. Ho risposto, "Certo che no, nemmeno uno."
“Liskow sostiene che il socialismo può essere installato solo con l'aiuto dell'esercito tedesco nei paesi civili, e presto in tutto il mondo”
“Liskow dice che dopo la liberazione di Dimitrov molti comunisti tedeschi, compagni noti solo al Comintern, vennero arrestati, e ha suggerito che si trattò di un tradimento da parte del Comintern.”
“ Liskow si chiedeva perché Hitler avesse a liberato Dimitrov invece di Ernst Thälmann.”
Liskow sostiene che Dimitrov non è un compagno, e che il  vero Dimitrov è stato ucciso dai nazisti in carcere dopo il processo per l'incendio del Reichstag.  Nella sua ipotesi sostiene che il falso Dimitrov è  il fratello del compagno defunto. Questo fratello avrebbe aderito al nazismo, ed è stato mandato  in Unione Sovietica come un agente provocatore.“
“Liskow mi mostrò un libro sul  compagno Dimitrov, con alcune sue foto.  Due o tre di queste immagini, anche se simili tra loro, sembravano presentare delle  differenze nel naso e nelle orecchie. Liskow  mi mostra queste immagini e le differenze in loro, evidenziando come esistano delle differenze tra quelle scattate prima e dopo l’incendio del Reichstag.  Io ho detto che non sapevo, non potevo dire nulla di preciso su di esse.  Liskow ha anche mostrato le immagini al compagno  Zöger  e ha chiesto la sua opinione: Zöger ha detto che solo un esperto di fotografia sarebbe in grado di stabilire la verità in questa materia.”


 Stalin e Dimitrov 





È ovviamente una tesi romanzesca e delirante: Dimitrov era troppo conosciuto per essere sostituito da qualcuno che solo gli somigliava e dopo la guerra divenne uno dei più importanti dirigenti bulgari, anche primo ministro. Troppo per qualsiasi sosia.

Liskow evidentemente sviluppò, almeno per un breve periodo, un disturbo delirante psichiatrico.
Nell’inchiesta della NTV è stato intervistato lo storico polacco Jerome Krochinsky che ha riferito la testimonianza di un ex amico di Liskow, Paul Schroeder: “Anche prima della guerra, ci ha chiamato per le barricate e continuava a dire che lo dovevamo considerare un leader ".


foto giovanile di Alfred Liskow
  



Il delirio di Liskow sembra misto: di grandezza, persecutorio, con forte interpretatività. Più che un delirio schizofrenico sembra uno stato di eccitazione maniacale con slittamento psicotico (per esprimersi in gergo psichiatrico) e  questo può regredire spontaneamente alternandosi con fasi di assenza di malattia.
Ma anche Dimitrow sospettava di Liskow,  infatti  invitò il NKDV,  i servizi segreti russi, a indagare, sospettandolo di essere un agente provocatore.
Ma Liskow era innocente: lo provano i documenti del processo ai suoi familiari in Germania ritrovati dalla televisione ucraina NTV e la completa assenza di riferimenti a Liskow nei documenti dei servizi segreti nazisti, caduti nelle mani dei russi alla fine della guerra. 
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Cefalù, Marzo 2017
Marco Bonafede
proprietà letteraria riservata

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